Se il grande scandalo della “Terra dei fuochi” sembra essere questione di criminalità antica – benché nota solo in tempi recenti perché “coperta” da omissioni scandalose, reticenze interessate ed omertà colpevoli – non a tutti erano sfuggiti i segnali che (solo a chi fosse attento al bene pubblico e all’interesse della comunità) rivelavano un fenomeno la cui gravità solo oggi è sotto gli occhi di tutti.
L’Osservatorio sulla legalità, e l’Istituto “S. Pio V” che lo promuove, possono vantare una attenzione esplicita a questi nodi, rivendicando a pieno titolo una voce vigile che – oltre vent’anni fa – richiamò nella sede più alta delle istituzioni rappresentative di questo paese la necessità di vigilare sui fenomeni poi esplosi così drammaticamente. Un deputato da pochi mesi eletto al Parlamento nazionale, Antonio Iodice, che da quei luoghi difficili proveniva, denunciò con una interrogazione parlamentare esplicita nei toni e nei contenuti la gravità della situazione. Antonio Iodice è oggi il Presidente dell’Istituto “S. Pio V” e Direttore della Rivista di studi politici. L’Osservatorio sulla legalità si pone dunque su una linea che affonda in antiche radici la fonte del proprio impegno.
«Ero deputato da alcuni mesi e amici medici mi avvertirono del ricovero ospedaliero dell’autista di un pesante mezzo di trasporto su gomma.
Si trattava di grave infezione agli occhi provocata a seguito di una operazione di scarico di bidoni contenenti materiale tossico ad alto rischio.
Insieme ad altri ero a conoscenza dell’intenso traffico notturno nell’area del Giuglianese che interessava le cave abbandonate.
Poiché non sortivano effetti gli appelli alle autorità competenti per il controllo del territorio mi preoccupai di presentare l’interrogazione allegata.
Per me un atto dovuto.
Un allarme che nessuno ha ripreso dal ’94, da quando cessai dal mandato parlamentare sia nazionale che europeo». A. Iodice
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